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Cencio Video (MV)




Performed By: Francesco Guccini
Language: Italian
Length: 7:16
Written by: Juan Carlos Biondini, Francesco Guccini




Francesco Guccini - Cencio Lyrics
Official




Ci sarà forse ancora, appesa in qualche angolo
O a macchiare di ricordi un muro dell'Associazione Bocciofila Modenese
Fra mucchi di coppe e trofei vinti in tornei ogni volta del secolo
Glorie oscure di eroi della punto, del volo, delle bocciate secche e tese
Quella foto sul pallaio, presa una sera di quasi estate
Con me e Cencio vicini, fintamente assorti a guardare il punto
Perché l'umorismo popolare volle immortalare assieme me, il Gigante
E Cencio il Nano, viso già d'uomo serio, compreso, quasi compunto

Non so come sia capitato in mezzo a noi
Confuso branco adolescente di un periodo oscuro
Di amori e di domande che gonfiavano la testa
E i fianchi a ondate sofferte ma cercate
E poi quei raspare fra sottovesti in nailon
Rubando al buio quel po' di rubabile
Scoprire e esser scoperti, coraggiosi ed incerti e dopo
In branco, raccontarsi e tutti a turno ad ascoltarsi, ma lui

Eh, lui non aveva un amore da dire, no, lui non aveva una storia
Solo crearsi avventure di cosce
E di seni che poi ci sparava a brutto muso
E noi lì ad ascoltarlo sorridendo
Senza razzismo né boria
Ma senza capire ciò che voleva essere anche lui
Solo un normale adolescente ottuso

Eppure usava lo stesso barbaro gergo e gli stessi jeans consumati
E amava gli stessi film di bossoli e marines lungo i mari giapponesi
Parlava di rock e fumetti
E non perdeva i cartoni animati
E come noi guardava esplodere il mondo con gli stessi occhi attenti, spauriti, sorpresi

Ma cosa pensava lontano da noi
Cosa sognava quand'era da solo?
Con le stesse voglie e con gli stessi eroi
Ma ali più piccole per lo stesso volo
Forse sognava anche troppo e davvero
Certo in quel branco si sentiva perso
Dove scappare per sentirsi vero
Dove fuggire per non essere diverso?
E sognò il circo, realtà capovolta
Mondo di uguali perché tutti strani
La nostra solita realtà stravolta
Quell'eden senza giganti o nani
Cencio è scappato via, ma l'han già beccato
Dopo due giorni era già ritornato

Ma il tempo più ottuso di noi incalza per tutti
Sia per i giganti che i nani
Chi immaginava allora che ognuno sarebbe finito in un proprio circo personale?
Vincenti o perdenti non importa
Ma quasi mai secondo i propri piani
Con la faccia tinta, sul trapezio, fra i leoni
Solo attenti a non farsi troppo male
Qualcuno m'ha detto che vivi in provincia
Con una ballerina bulgara o rumena
Chissà se hai poi trovato di dentro la tua vera altezza?
Addio amico venuto dal passato per un momento appena
Addio giorni andati in un soffio
Amici mai più incontrati
S'ciao, giovinezza
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Italian

Ci sarà forse ancora, appesa in qualche angolo
O a macchiare di ricordi un muro dell'Associazione Bocciofila Modenese
Fra mucchi di coppe e trofei vinti in tornei ogni volta del secolo
Glorie oscure di eroi della punto, del volo, delle bocciate secche e tese
Quella foto sul pallaio, presa una sera di quasi estate
Con me e Cencio vicini, fintamente assorti a guardare il punto
Perché l'umorismo popolare volle immortalare assieme me, il Gigante
E Cencio il Nano, viso già d'uomo serio, compreso, quasi compunto

Non so come sia capitato in mezzo a noi
Confuso branco adolescente di un periodo oscuro
Di amori e di domande che gonfiavano la testa
E i fianchi a ondate sofferte ma cercate
E poi quei raspare fra sottovesti in nailon
Rubando al buio quel po' di rubabile
Scoprire e esser scoperti, coraggiosi ed incerti e dopo
In branco, raccontarsi e tutti a turno ad ascoltarsi, ma lui

Eh, lui non aveva un amore da dire, no, lui non aveva una storia
Solo crearsi avventure di cosce
E di seni che poi ci sparava a brutto muso
E noi lì ad ascoltarlo sorridendo
Senza razzismo né boria
Ma senza capire ciò che voleva essere anche lui
Solo un normale adolescente ottuso

Eppure usava lo stesso barbaro gergo e gli stessi jeans consumati
E amava gli stessi film di bossoli e marines lungo i mari giapponesi
Parlava di rock e fumetti
E non perdeva i cartoni animati
E come noi guardava esplodere il mondo con gli stessi occhi attenti, spauriti, sorpresi

Ma cosa pensava lontano da noi
Cosa sognava quand'era da solo?
Con le stesse voglie e con gli stessi eroi
Ma ali più piccole per lo stesso volo
Forse sognava anche troppo e davvero
Certo in quel branco si sentiva perso
Dove scappare per sentirsi vero
Dove fuggire per non essere diverso?
E sognò il circo, realtà capovolta
Mondo di uguali perché tutti strani
La nostra solita realtà stravolta
Quell'eden senza giganti o nani
Cencio è scappato via, ma l'han già beccato
Dopo due giorni era già ritornato

Ma il tempo più ottuso di noi incalza per tutti
Sia per i giganti che i nani
Chi immaginava allora che ognuno sarebbe finito in un proprio circo personale?
Vincenti o perdenti non importa
Ma quasi mai secondo i propri piani
Con la faccia tinta, sul trapezio, fra i leoni
Solo attenti a non farsi troppo male
Qualcuno m'ha detto che vivi in provincia
Con una ballerina bulgara o rumena
Chissà se hai poi trovato di dentro la tua vera altezza?
Addio amico venuto dal passato per un momento appena
Addio giorni andati in un soffio
Amici mai più incontrati
S'ciao, giovinezza
[ Correct these Lyrics ]
Writer: Juan Carlos Biondini, Francesco Guccini
Copyright: Lyrics © Sony/ATV Music Publishing LLC


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