Groovenauti Lyrics
John Titor E Linevitabilità Lyrics
INTRO JOHN TITOR
Piacere a tutti mi chiamo John Titor
e io mi trascino tra gli spazi di questo casino
noto che la civiltà non è cambiata
presente, passato, futuro:
la Terra rimane devastata
guerre civili, spazi violati, scontri incivili
ho già passato questo stato
voi ci state andando incontro
ed il finale non sarà cambiato
non sono qui per avvertirvi
solo per verificare che anche voi bruciate nei vizi
Non ci sarà tempo per recuperare
nessuno che vi verrà a salvare
in questo mare non è dolce naufragare
dopo l'11 settembre avete fatto un balzo
si è palesato un falso
un passo in avanti nella non-evoluzione
dentro nella cospirazione, città, prigione mentale
abitudinaria, valori gettati all'aria
guerre finte che non si manifestano
soldati invisibili che non si uccidono, si calpestano!
voi stessi con un'arma incapaci di usarla
lasciatevi dire qualcosa da chi vi osserva:
VOI MI FATE UNA PAURA TREMENDA
Du-e-mi-la-uno
non rimane più nessuno
chi risponde c'è qualcuno? un solo Dio o più d'uno?
guerre di fede per chi è fede
popolazioni indifese, diritti civili lesi
libertà o sicurezza
a seconda della scelta cambi linea temporale
meccanica quantistica o meccanica rurale
io credo sia finita abbiamo smesso di lottare
le realtà possibili collassano in un futuro comune
nel 2036 non avremo più lume
pure i rivoluzionari avranno perso il loro acume
inevitabile l'appello dei governi
CITTADINI SIETE TUTTI INERMI
CITTADINI SIETE TUTTI INERMI
tutti fermi ammirate la distruzione
non sarà facile per voi comprenderla senza un'adeguata istruzione
io John potrei parlarvi di universi
far finta che ce ne siano diversi
altri luoghi possibili e pensieri inversi
smettela di scrivere in versi
parlarvi degli animale dispersi
dei vegetariani disperati contaminati dalle piante inquinanti
degli acidi atomici, degli atolli segreti e degli uomini bionici
figli post-atomici cristallizzati in labirinti cronici
farmacie mentali, inorganici fili di impianti robotici
tessuti coltivati in serie biologiche
la dominanza delle logiche economiche
la dimensione critica collassata in quella apatica
qualsiasi tipo di cellula brevettata
il corpo umano come involucro
ogni funzione vitale depositata
Si è tornati indietro "back ai campi"
la realtà è tornata minimale
pure i beats carnificati all'essenziale
la musica la puoi sentire solo dal grammofono
mi tocca urlare per comunicare non esiste un cazzo di microfono
vivo in aperta campagna non c'è più erba
coltiviamo odio nella nostra serra interna
le città sono monoliti neri
un unico pozzo ingloba anime
la parte rurale a terra esanime
nessuno si è posto la domanda essenziale
prima che fosse inevitabilmente tardi per rimediare, quale?
COS'ACCADRÀ? COM'È IL MONDO NEL 2036?
Ci sono zone denuclearizzate
assemblamenti di involucri vuoti narcotizzati
ferite aperte mai cauterizzate
bambini narcolettici incurabili, altri epilettici
l'industria farmaceutica possiede ogni nostro gene
il nostro bene una volta c'era ora non si vede
preferiscono necrotizzarti
curarti non corrisponde all'obiettivo dei profitti privati
ospedali vuoti, mattatoi desolati, traffici d'organi
tra bambini uccisi e poi stuprati
non esistono più prati
colate laviche cementi armati
l'aria è respirabile solo con filtri
nessuno avverte più nessun odore
scomparso il buon umore
pure l'aria è venduta in scatole incolore
-io non mangio più-
divoro acidi e ranci parole rapide rancide
macino acidi di frasi facili e acide
le parole hanno perso il loro significato
i vocaboli complessi sono proibiti da un comitato!
John Titor, l'archetipo d un mondo devastato
torna indietro e ritrova lo stesso passato
prova a cambiarlo ma il futuro rimane invariato
la realtà non è quantica il tempo è conservativo
si rende conto non esiste è tutto relativo
si rende conto non esiste è tutto relativo
è tutto relativo...
OUTRO JOHN TITOR