Hai guerre che non racconti dietro la porta della tua stanza
E disegni in bianco e nero l'apocalisse che hai in testa,
Con l'inchiostro del diario che è finito sulla pelle,
Scivolando sui discorsi urlati in faccia a tuo padre.
E allora al diavolo la coerenza, l'ambizione.
Sai la vita non è un saggio di pianoforte o una stanza in campo di Marte.
E hai già dato il nostro nome al peggiore degli uragani
Per avere un buon motivo per sussurrarlo e scappare.
"Curiamo le ferite aperte coi sensi di colpa,
Mi perdo ancora come i lacci dentro la tua felpa"
Mi manca sapere come stai, se mi ascolti e se ci sei,
Sfiorare il tuo mondo per un istante,
Con l'autunno sulla pelle
Chissà a chi racconti le tue sessioni invernali,
Chi ascolta i tuoi racconti da venditrice di occhiali.
Ma adesso che novembre rende nebbia anche il respiro
Vorrei portarti a riposare dove i soffitti non sono il cielo
"Resta ancora il tempo di un caffè da non pagare
Lo so, si è fatto tardi e così devi scappare"
Mi manca sapere come stai, se mi ascolti e se ci sei
Sfiorare il tuo mondo per un istante,
Con l'autunno sulla pelle
Restare coperti da un'eclissi, lasciarti struccare dai rimorsi
Brillare e appannare i finestrini, cercare i pianeti tra le stelle.
Mi manca sapere come stai, se mi ascolti e se ci sei
Sfiorare il tuo mondo per un istante,
Con l'autunno sulla pelle.
In un gioco perdente
Per non essere niente