(P.A.Bertoli-F.Urzino-Masi)
Vinta la tua battaglia della ragione doveva spuntare un mondo nuovo
Ma prima di capire che era finita tornasti a lottare invano
Lavoro senza tregua, tensioni, grida
Da Scelba a Tambroni fulmini e tuoni
Desiderio di avere una vita migliore, pagata col sangue e mai toccata con mano
Oggi sono in tanti reduci di niente di un'Italia battuta e già arresa
Dalla fuga di Kappler Catanzaro sorpresa
Distende una lunga mano nera col fiato sospeso nel fuco e nel fumo
Bologna si staglia sfinita
E tu vecchio già stanco nascondi il tuo viso nella fredda sera
Nicolò, ricordo di un giorno d'aprile, la festa bussava alla porta
Nicolò, in mano stringevi il fucile e la terra sembrava risorta
Nicolò, la festa che deve venire fantasma coi baffi in soffitta
Nicolò, parole gettate a marcire, la tua lotta mutata in sconfitta
Ombra vagante senza più una meta di una storia buttata in un sogno strano
Tradito dalla fede, abbandonato dal partito, ricordo di un tempo ormai lontano
Ma la gente ancora viva, testarda si muove cerca un'altra vita
Si confonde ma non si arrende
Battaglia perduta ma guerra mai finita
Nicolò