A volte non ci stai piy dentro a pensare da quanto talmente veloce tutto comincia a girare, a cambiare, ci puoi provare a fare forza sul timone per mantenere dritta la rotta se sei nell'occhio del ciclone come un anno fa una canzone ha stretto le dita sulla mia vita e in un istante me l'ha rovesciata, spianata, la strada dove prima era in salita avevo vinto il primo tempo della partita,
ma quella partita non la giocavo solo, ho fatto un tiro fortunato prendendo una palla al volo, ma il mio era solo un ruolo in una squadra in cui ancora gioco e credo che mi ha cresciuto, mi ha allenato, mi ha difeso, e in cambio non ha mai preteso niente, gente che per anni ha atteso, sempre dato e nulla in cambio ha preso, e inconsapevolmente ispira le mie cose, mi da la forza per rimare ogni mia frase.
E questa i una per i miei fratelli, e questa i una per le mie sorelle.
Il mio passato non ho dimenticato e dimenticare non voglio, io ho attaccato un foglio, di notte sveglio a scrivere, correggere, rifare meglio e c'era ll sempre qualcuno pronto a sentirlo, capirlo,
a volte criticarlo, qualcuno che come me ha in testa il tarlo di fare, di non stare piy da parte, di usare le esperienze per comunicare arte, ed era arte in quelle sere fredde scaldate da un beat-box, e due rime improvvisate, passate a far la colla per bottiglie e poi scolate insieme, imparando bene
il vero rispetto per chi proviene da un diverso ghetto, ma come te trattato da malato infetto solo per il fatto di avere un progetto e di volerlo mettere in atto e io l'ho fatto, e m'i riuscito, ma grazie anche a chi la giusta strada mi ha indicato.
E questa i una per i miei fratelli, e questa i una per le mie sorelle.
C'i qualcuno che quando sfonda di superbia abbonda, e si ricorda dei fratelli solo quando affonda,
non i il mio caso: pure adesso che cavalco l'onda tengo i piedi saldi sulla giu