Una musica che corre dentro gli orti
E risale dalle corti di collina
Vuole un vino così
Che leggero t'insegni la danza
E ti trascini via da te
Sotto l'ombra del castagno secolare
Salutavano l'arrivo dell'estate
In un attimo di
Frenesia che a cadenze incalzate
Spalanca il cuore in estasi
Ed i boschi risuonavano di legni
Dai dirupi fino agli usci e le fontane
La memoria assopita
Ha sapore di lune pagane
E taglia il mondo a due a due
Carovane di famiglie liberate
E carrozzoni zingari
Bancarelle sulle pietre dei sagrati
E violini poveri
La ragazza aveva in bocca una canzone
Che scorreva dalle gore sui granai
Era piena di cuore
Con il suono di troppi antenati
Schiena china a dar del Voi
Una carne negra, labbra di ciliegia
E la pelle tesa come di tamburo
Con le gambe e le mani
Che giravano insieme alla terra
A far sudare quel suo "Si!"
Dallo sguardo acceso, giovane Diana
Fino al corpo come un campo a seminare
Ogni cosa di lei
Dell'amore accendeva la brama
Come una specie di follia
E girando con la testa abbandonata
Dentro un cerchio di magia
Alla Vergine del Latte destinava
Quell'antica litania
L'assassino guadagnava la montagna
Per nascondersi da gente come lui
E fuggendo di lì
Ruppe il ritmo che senza speranza
Moriva sotto i passi suoi
Un garofano di sangue sopra il petto
Che fioriva sulla camicetta blu
L'assassino sputò
Un istante e puntò la pistola
Senza pensarci più di un po'
Allo specchio d'una lacrima salata
Cosa vide non saprei
E sparando rivoltava la campagna
Fino agli angoli più bui
D'improvviso la finestra che luceva
Ora no non luce ormai
Da quel giorno più nessuno l'ha cantata
Ché altrimenti erano guai
Ora Cristo è già risorto da due giorni
I cantori si rimordono la voce
E la tela del ragno
Dei tamburi lo scrigno ricuce
In pochi ne han memoria ormai
Certe storie si raccontano da sole
Ma non credo poi sia tanto naturale
Inciampare così
Vorticando tra l'olio ed il sale
Il giorno dopo lunedì