(H. Pagani - M. Ferradini)
Un altro giorno da inventare
con te che non ti fai vedere,
un altro giorno da passare
cercando di non soffrire.
Aprire gli occhi sulla città
ma si! dormiamo
tanto non chiamerà
Schiavo senza catene
del tuo amore.
Dal letto faccio testa o croce
per la doccia o per il caffè,
ma c'è in cucina la tua voce
e in bagno il profumo di te.
Io torno a letto
e mi consolo
col mio corpo che si accende da solo.
Schiavo senza catene
del tuo amore.
E la città è vuota d'agosto
non resta nemmeno un amico,
per ammazzare le ore
parlando, parlando di te
e giro nudo, mi mangio una pesca
e mi sento finito,
per aver detto: "D'accordo vai pure così vedi se
resisti più di un giorno senza me".
Mi metto una maglietta tua
convinto chissà perché,
che mi farà passar la bua
cotone, carezza di te.
Il sole scende sulla città
no, no, non esco
forse mi chiamerà
Schiavo senza catene
del tuo amore.
E la città è vuota d'agosto
non resta nemmeno un amico,
per ammazzare la notte
parlando, parlando di te;
e giro nudo, mi mangio le mani
e mi maledico
"Basta, mi arrendo
dai torna!
su vieni a vedere com'è
com'è ridotto un uomo
senza te
com'è ridotto un uomo
senza te
senza te".