Era tutto vuoi qui, brodo primordiale
Un tetto, quattro mura e tempo da ingannare
Una prassi di due anni, sesta era glaciale
Gioco a scacchi coi pensieri nel mio stato mentale
Finché iniziò a prender vita nell'epoca sbagliata
Una fame di poesia, per anni incatenata
Nelle segrete dell'anima mia, dilaniata
E rimarginata grazie ad Afrika Bambaataa
Vago incastro di rime
Tendente al sublime
Ricade gentile
Labor limae
Affonda in aspro
Diventa un altro
Divento un altro
Dimenticato
Appaio strano
Che c'è di strano?
Errare è umano, non credi?
Ascolta attorno e senti, senti
Sentono di essere diversi ma sono tutti uguali
Con la biro assemblo testi, tutti subliminali
Dici di fare versi profondi quanto banali
Fanno a gara a chi ha più soldi e faccio il culo per farli
Rilasso, che spasso, un ammasso di quaderni in rime
Tiri basso, mi scanso, una matassa di pensieri in file
Sono un perfetto nessuno per gli amici Ulisse
Scombini rotte nel vuoto, prima cerchi poi ellisse
Dico: dovrei essere molto più maturo
Andare in giro a fare stragi, pensare al mio futuro
Dare il buon esempio bevendo a forza cianuro
Ma taglian metà dei posti per sentirsi più al sicuro
Certo potrei farlo, difatti penso astratto
Però se faccio un patto rimango soffocato
In tanti mi dicono:
Sei bravo a farti il mazzo
Fratello, faccio un macello: sto preso giallo